25 novembre – Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne
“Ti insegneranno a non splendere. E tu splendi, invece” – P. Pasolini
La violenza domestica – quella subita da compagni, fidanzati, padri o fratelli – è la prima causa di morte nel mondo per le donne tra i 16 e i 44 anni: più degli incidenti stradali, più delle malattie.
Domani, 25 novembre, sarà la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita nel 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Ogni tre giorni una donna, in Italia, viene uccisa. E allora occorre parlarne, tenere accesa la luce, non dimenticare. Perché la violenza sulle donne non è una collezione di fatti privati: ma è una tragedia che parla a tutti e che riguarda tutti.
E non si tratta solo dell’aggressione fisica di un uomo contro una donna, né la sua forma più drammatica, il femminicidio. Sono violenza anche le vessazioni psicologiche, i ricatti economici, le minacce, le molestie sessuali, gli atti persecutori. Ed è riconoscere i segnali di allarme che può fare tutta la differenza del mondo.
“Cambia le tue stelle, se ci provi riuscirai,
e ricorda che l’amore non colpisce in faccia mai
Figlio mio ricorda l’uomo che tu diventerai
non sarà mai più grande dell’amore che dai”
– Vietato Morire, E. Meta –
Il nostro Paese ha un panorama normativo ampio in materia. Darne atto in questa sede risulterebbe complesso (ma se volete info più specifiche fatemi sapere nei commenti!). Il quadro si compone di strumenti penalistici e civilistici. Penso alla Legge 154/2001 recante misure contro la violenza nelle relazioni familiari, all’introduzione del reato di atti persecutori nel 2009 (c.d. stalking), alla Legge 119/2013 sul femminicidio, contenente disposizioni urgenti e cautelari a protezione delle vittime, sino agli ordini di protezione contro gli abusi familiari previsti dal codice civile (artt. 342 bis e 342 ter c.c.).
Questa rete normativa, purtroppo, si rivela robusta in astratto, ma non sempre efficace in concreto. Con la sentenza del 2 marzo 2017 la Corte Europea dei diritti dell’uomo, per la prima volta, ha condannato l’Italia per non aver riconosciuto la situazione di pericolo reale e imminente cui era esposta la vittima di violenza domestica, pur disponendo di strumenti normativi efficaci volti a contrastare tale fenomenologia criminosa, consentendo così la reiterazione di gravi atti di violenza.
Ed infatti, le numerose ricerche effettuate, le esperienze maturate nei centri antiviolenza, la giurisprudenza in materia dimostrano che il punto fondamentale è la protezione delle vittime di maltrattamenti, consapevoli che la violenza non si ferma al primo episodio, ma può subire un’escalation, sempre più devastante. Anche per questo diventa fondamentale la formazione specifica degli operatori e dei professionisti a vario titolo coinvolti, dal settore giudiziario a quello sociale e sanitario, ciascuno secondo le proprie competenze.
1522 è il numero, gratuito e attivo 24 h su 24, a cui rivolgersi per richieste di aiuto e sostegno da parte delle vittime di violenza e stalking. L’accoglienza, tramite operatrici specializzate, è disponibile in diverse lingue e offre assoluta garanzia di anonimato.
Sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema è fondamentale, ma una giornata dedicata alla violenza sulle donne non può essere un punto d’arrivo. Occorre lavorare sugli altri 364 giorni dell’anno e mettere al centro le donne dimenticate, umiliate, violentate nel corpo e nell’anima. A loro va oggi un augurio di ribellione e di pronta rinascita. A tutti noi quello di fare la nostra parte perché ciò accada.
Contatti: ec@studiolegalemigliori-torrella.it