Gioco e Bambini | Survey Fisher-Price FattoreMamma

Federica Piccinini

Nelle scorse settimane ho avuto il piacere di partecipare ad alcuni eventi a Milano tra i quali quello volto a scoprire i risultati di una interessante survey su gioco e genitori realizzata da FattoreMamma insieme a Fisher-Price.
Per l’occasione ho avuto la possibilità di visitare la sede italiana di Mattel e lo showroom di Fisher-Price.



Insieme ad altre blogger ed alcune giornaliste, abbiamo analizzato i risultati di questa survey che ha coinvolto più di 700 mamme lavoratrici e non, con figli entro i 3 anni.
Come cambiano le dinamiche di gioco tra bambini e mamme?
Come cambia il modo di giocare?
Come giocano i nostri bambini?
Come scegliamo i giochi da comprare?
Sono state tante le risposte che hanno lasciato spiazzate un po’ tutte noi e che ci hanno dato diversi spunti di riflessione.


Per esempio, parlando di giocattoli, è stato chiesto che cosa spinga all’acquisto di un gioco piuttosto che un altro. Quindi, QUALE gioco? 

 

La risposta ha lasciato incredule un po’ tutte, non perché non sia giusta o corretta, anzi, è fantastico che come prima cosa si pensi a stimolare la creatività dei bambini, ma più che altro perché spesso la maggior parte di noi si trova ad avere a che fare con mamme iper ansiose che acquistano i giochi in base alla loro sicurezza.
Questa risposta ci ha fatto un po’ riflettere sul fatto che forse noi mamme a volte mentiamo anche a noi stesse e diamo risposte socialmente desiderabili ma non del tutto vere.

 

Poi abbiamo analizzato COME gioca il bambino ed in questo caso è emerso un dato che ha sicuramente fatto sentire meno in colpa noi mamme che in casa siamo sempre prese da mille faccende e che non possiamo o a volte non vogliamo perché proprio non ci piace, giocare insieme al nostro bambino.
Perché si, non tutte abbiamo voglia di giocare e non per questo dobbiamo sentirci in colpa o sentirci delle mamme meno brave.

 

Infine, l’elemento NOIA. Può essere positiva per un bimbo della fascia 0-3 anni? Esistono momenti di noia anche per bimbi così piccoli?
In questo caso le mamme si sono un po’ contraddette in quanto da un lato ritengono che la noia possa essere anche un bene perché stimola il bambino alla creatività, ma dall’altro hanno risposto che cercano di non far mai annoiare i propri figli.
 
 
Infine, il TEMPO. Anche su questo punto le risposte ci hanno fatto pensare in quanto è emerso come le mamme che lavorano fuori casa in media trascorrano più tempo a giocare con i propri bambini rispetto a quelle che lavorano da casa o che sono mamme a tempo pieno. Questo molto probabilmente dipende dal fatto che quando siamo a casa abbiamo anche altre mille faccende da sbrigare. Pulizie, lavatrici, spesa, cucinare, lavare…non contando che molte di noi, io compresa, lavoro da casa e devo trovare il tempo per incastrare anche quell’attività.
E’ stato quindi curioso vedere come le mamme che lavorano fuori trascorrano meno ore con i figli ma in proporzione giochino di più e forse questo è dato dal fatto che dopo tante ore di assenza una volta tornate a casa si cerca di concentrarsi quasi esclusivamente ai propri bambini.
 
All’evento era presente anche il Dott. Luca Mazzucchelli, Psicologo e Psicoterapeuta della famiglia. Insieme a lui abbiamo analizzato e commentato tutti questi dati e in conclusione gli abbiamo chiesto come dobbiamo guardare nostro figlio giocare, ovvero, quali sono i campanelli di allarme di qualcosa che non va?
 
Il Dott. Mazzucchelli ha realizzato questo interessante video al riguardo.

 



Gli spunti di riflessione sono stati davvero tanti, voi cosa ne pensate? 


Post in collaborazione con Fisher-Price
#scopertadoposcoperta