Soluzioni creative per un piccolo spazio – parte 1
Quello che in origine era un magazzino di pescatori, è oggi un mini appartamentino per vacanze dotato di tutti i comfort.
Quando la mia amica Daniela Mazzei mi ha mostrato il piccolo appartamentino che ha adibito ad uso turistico a Marina di Campo (Elba) è stato subito amore. Ho pensato quindi di mostrarvelo qui non solo dal punto di vista estetico, ma con la speranza di dare qualche spunto a chi ha poco spazio ma vuole ottenere il massimo in funzionalità e – perché no – in gradevolezza. Gli studi in architettura sicuramente hanno fornito a Daniela gli strumenti necessari per questa ristrutturazione capillare e difficile, e il suo occhio da aspirante home stager ha fatto il resto.
“Questa casa è stata l’abitazione dei miei bisnonni una volta raggiunta l’isola d’Elba prima della seconda guerra mondiale: si trova sulle “Scalinate”, nel centro storico di Marina di Campo; oggi è considerata una delle aree più in e quotate ma all’epoca era zona di magazzini e poche erano le vere e proprie abitazioni. Erano una famiglia di pescatori, infatti il nostro mare era davvero ricco di pesci, tanto che facilmente se ne trovavano anche vicinissimi a riva.
Come dicevo in questi pochi metri quadri abitarono i miei bisnonni e i loro due figli: nella camera riuscivano a dormire ben 4 persone, e inizialmente credo che non ci fosse neanche il bagno in casa.
L’impianto attuale della casa, alla fine, non ha mai subìto grandi stravolgimenti nel tempo, anche perché con i suoi 18mq circa calpestabili non permetteva grossi voli pindarici… L’ultimo a viverci fu mio zio che di sicuro era un personaggio molto particolare e colorito, uno spirito libero insomma. Viveva la sua casa più come un appoggio e un magazzino, tanto che una cosa che mi aveva sempre colpito era vedere come teneva il tavolino della cucina: era rosso di formica, strapieno di ami, piombi, totanaie e altri piccoli oggetti utili per la pesca, in cui era solito lasciare un angolo di ca. 20cm quadri sufficiente per appoggiare un piatto in cui mangiare.
Alla sua morte io e mio marito Francesco ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo deciso di intervenire ridando pregio e dignità ad una struttura che da troppo tempo reclamava una sonora ristrutturazione.
Come ho già detto, la casa è davvero piccola, neanche 20mq: 2.30m circa di larghezza media per una lunghezza di poco maggiore agli 8 metri, con le finestre disposte soltanto sul lato lungo.
Le idee all’inizio ci frullavano in testa come turbini: ci dicevamo “buttiamo giù il muro che divide la camera dalla cucina e creiamo un loft” oppure: “chiediamo se è possibile alzare di un piano e creiamo un terrazzo al posto del tetto, così vediamo meglio il mare!”. Ma dopo essermi consultata varie volte con il tecnico e avergli mostrato le diverse idee, abbiamo deciso che l’impianto distributivo della casa non sarebbe cambiato.
Per l’interno – che è stato completamente rifatto abbattendo il controsoffitto della camera per lasciare a vista le travi in legno e riportando i muri a sasso per poi intonacarli nuovamente – mi sono cimentata in diversi progetti d’interior, valutando cm per cm come disporre i mobili e predisporre gli impianti per ottenere il massimo comfort dai minimi spazi. Volevo ricordare in qualche modo questo ramo della mia famiglia, le loro origini marinare, il fatto di essere così tanto legati al mare; e allo stesso tempo, il vivere in barca, e cioè quel particolare modo di vivere in spazi a volte molto piccoli, ma ben studiati.
Sul bagno certamente le misure non lasciavano molta fantasia: il suo 0.9m per 1.10m con una finestra mi ha subito portata a cercare dei mini-sanitari, in modo tale da poter inserire anche il bidet che prima non era presente. Anche il lavabo doveva contribuire in tutto questo lesinare di cm: per evitare ingombri inutili la scelta primaria è stata decidere per qualcosa di sospeso; la tavola su cui avrebbe poggiato è stata un recupero di una grossa asse di castagno molto spessa, che i miei avevano semi abbandonato in giardino: è bastata una bella scartavetrata e diverse passate di impregnanti (tutto homemade con l’aiuto delle sapienti mani di mio padre) che il legno ha ripreso vigore. La scelta è ricaduta su un modello di lavabo quasi ellittico, con una profondità chiaramente ridotta di circa 33cm.
Per il rivestimento ho deciso di usare le mattonelle su tutta la parete e ai lati del lavabo; sulle altre tre pareti invece ho utilizzato le stesse simil cementine ad un’altezza fissa di un metro. Altro aspetto che ha caratterizzato il bagno è stata la scelta dei colori. Il fatto che fosse così piccolo non è da considerarsi certo un pregio, e allora spinta da una signora simpatica che mi ha venduto la carta da parati per il pannello dietro al letto, ho deciso di seguire il suo consiglio: “se un difetto è macroscopico, accentualo!” Ed ecco che ho iniziato a creare la mia mood board con l’inserimento del nero, prendendo spunti dal web. Come si vede dalle foto del bagno ultimato, ho scelto un disegno geometrico bianco e nero. Per questa stanza, il resto è definito dagli accessori: lo specchio è circolare, in modo che ricordi vagamente l’oblò delle barche, sorretto da una corda, come quelle delle cime che tengono le barche ormeggiate a banchina. Quando l’ho visto, l’ho preso al volo!”
Nel prossimo post vi mostrerò la camera da letto e la cucina, a presto!