DSA (DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO)

COSA SONO E COME APPROCCIARLI

Dott.ssa Annalisa Amadesi

Recentemente, i continui cambiamenti legislativi, riguardanti la scuola, hanno portato ad un po’ di confusione rispetto ai POF (piano dell’offerta formativa), ai PDP (piano didattico personalizzato), in particolare una difficoltà in cui spesso ci si imbatte è la diagnosi di un eventuale DSA (disturbo specifico dell’apprendimento).

Facciamo un po’ di chiarezza….

I DSA sono disturbi neurobiologici, che hanno a che fare con alcune aree specifiche  dell’apprendimento (lettura, scrittura e calcolo), senza compromissioni a livello dell’intelligenza del bambino, e in assenza di deficit sensoriali. Essi si manifestano nel 2,5-3% dei bambini in età scolare.

I DSA non sono dovuti a problemi psicologici, a deficit cognitivi o a qualche forma di disagio socio-culturale; essi rappresentano una caratteristica di tipo genetico, congenito e neurobiologico.

Sono specifici in quanto interessano solo alcuni dei processi dell’apprendimento (la decodifica, l’associazione fonema-grafema, ad esempio).

Sono evolutivi perché originano durante l’età evolutiva e il deficit ha a che fare con lo sviluppo di abilità mai acquisite e, dunque, non perdute a causa di qualche evento traumatico.

Quali possono essere le cause di tali disturbi?

  1. Pregresso disturbo di linguaggio (ha a che fare con il processo di decodifica):
  • il bambino può presentare un ritardo nell’acquisizione del linguaggio verbale;
  • il bambino può manifestare qualche difficoltà nella produzione linguistica: disturbi lessicali e semantici, fonologici, recettivo-espressivi)
  1. Familiarità: i DSA hanno una base genetica equiparabile ad altri elementi somatici che vengono trasmessi dai genitori ai figli (ad esempio il colore degli occhi, le lentiggini etc)

La comunità scientifica internazionale (Consensus Conference) è d’accordo nell’individuare l’origine dei DSA nella presenza di anomalie congenite in alcune aree cerebrali; questo significa che la struttura cerebrale e le sue connessioni neuronali, fondamentali per elaborare le informazioni, si sviluppano in modo diverso rispetto alla norma. Non si tratta di una mancanza, bensì di un processo differente.

Questi deficit non hanno cause lesionali, ma congenite e coinvolgono il substrato neurobiologico interessato nei processi di lettura, scrittura e calcolo.

I DSA vengono classificati in relazione alla funzione deficitaria.

I disturbi riconosciuti sono:

  1. DISTURBO DI LETTURA (DISLESSIA): è un disturbo che si manifesta con una difficoltà nell’imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici, ovvero nella correttezza e nella rapidità della lettura.
  2. DISTURBO DI SCRITTURA (DISGRAFIA/DISORTOGRAFIA): la DISGRAFIA è un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nella realizzazione grafica, mentre la DISORTOGRAFIA si manifesta nella difficoltà nei processi linguistici di transcodifica, i cui sintomi possono essere omissioni di grafemi o parti di parola (es. tota invece di torta, camica invece di camicia), sostituzione di grafemi (pocca invece di bocca), inversioni di grafemi (al invece di la, spicologia invece di psicologia). La disgrafia e la disortografia si presentano spesso insieme.
  3. DISTURBO DEL CALCOLO (DISCALCULIA): si tratta di un disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà negli automatismi del calcolo e nell’elaborazione dei numeri, e di tutto ciò che concerne le operazioni aritmetiche.

E’ molto raro che i DSA si presentino in maniera isolata, più spesso uno sfocia nell’ altro (ad es. la disgrafia/disortografia si associa spesso alla dislessia) .

I Disturbi dell’apprendimento vengono diagnosticati quando i risultati ottenuti da un soggetto, in test standardizzati e somministrati individualmente, su lettura, calcolo, o espressione scritta, risultano significativamente al di sotto di quanto previsto in base all’età, all’istruzione e al livello di intelligenza.

Tali disturbi interferiscono in modo significativo con l’andamento scolastico e con le attività quotidiane, che richiedono capacità di lettura, scrittura o calcolo.

Chi può fare diagnosi di DSA?

  • La diagnosi può essere effettuata dal Servizio sanitario nazionale, oppure in ambito privato.
  • In base all’art. 3 della L. 170/2010 possono fare diagnosi neuropsichiatri e psicologi o psicoterapeuti (NON logopedisti). Le diagnosi degli specialisti privati devono ottenere l’approvazione dall’apposito gruppo di conformità DSA, presente nelle sedi del SSN.
  • Tali figure devono aver maturato esperienza clinica o riabilitativa nell’ambito dei DSA.
  • La dislessia e la disortografia si diagnosticano alla fine della classe seconda della scuola primaria, la discalculia alla fine della classe terza della scuola primaria e la disgrafia dalla seconda o terza classe della scuola primaria; tuttavia possono manifestarsi segnali importanti già durante la scuola dell’infanzia.

La diagnosi richiede un’attenta anamnesi e un esame neurologico e neuropsicologico; la diagnosi nei giusti tempi consente al bambino di evitare stress inutili, che si manifestano sia a casa, nell’esecuzione dei compiti, sia a scuola, quando si trova ad affrontare situazioni difficili, come leggere e fare i conti di fronte ai compagni.

Credo sia molto importante, infine, soffermarsi sui risvolti che una diagnosi di DSA può avere sulla famiglia e, naturalmente, sul bambino.

Dal punto di vista dei genitori, potrebbe talvolta comparire un senso di colpa, qualche difficoltà nell’accettare la diagnosi (“mio figlio non ha nessun problema…”), il frequente delegare alcuni aspetti legati al DSA agli specialisti e/o alla scuola (o doposcuola), la fatica e lo stress nell’aiutare/sostenere il figlio durante lo studio e i compiti a casa.

Il bambino con DSA invece potrebbe avvertire un calo dell’autostima, sentendosi “in difetto” rispetto agli altri compagni/amici, e potrebbe faticare molto nel tempo dedicato allo studio e, in una prima fase, soffrire del tempo tolto allo svago o ad altre attività extra-scolastiche (sport ad es.).

I trattamenti terapeutici che hanno maggior successo con bambini con DSA utilizzano dei software specifici che aiutano, ad esempio nel caso della Dislessia, ad automatizzare il rapporto tra sillabe e suoni; esistono vari strumenti a sostegno delle famiglie e delle scuole, come ad esempio l’uso di font che siano più leggibili per i dislessici.

E’ sempre importante il coinvolgimento della famiglia e della scuola, anche in fase riabilitativa, e un supporto psicologico nel caso in cui il DSA abbia effetti negativi sull’autostima del bambino e sul suo benessere personale e relazionale.

Fortunatamente, piano piano, qualcosa sta cambiando, anche in ambito scolastico: ci si orienta sempre di più verso una didattica inclusiva, e verso la valorizzazione delle differenze personali, vedendole finalmente come risorse per il singolo e per chi gli sta intorno.

I contatti della Dott.ssa Amadesi
amadesi.annalisa@gmail.com
Tel: 347 3238285