Buoni propositi per il nuovo anno: servono davvero?
Dicembre è stato il mese del Natale, delle feste, di qualche giorno di pausa rispetto ai soliti ritmi quotidiani in cui sembriamo degli equilibristi impegnati a destreggiarsi tra tante incombenze e azioni da compiere.
Dicembre è stato anche l’ultimo mese dell’anno, “è tempo di bilanci”, così si dice.
Molti di noi sono soliti stilare una lunga lista di buoni propositi per l’anno che verrà: un nuovo corso da iniziare, un obiettivo professionale da raggiungere, perdere quei 3 chili di troppo etc.
Ma è davvero così utile tutto ciò?
Da un lato è positivo cercare di migliorarsi, ma perché decidere di farlo semplicemente perché sta iniziando un nuovo anno?
E’ dimostrato che, spesso, le promesse che facciamo a noi stessi per l’anno nuovo, sfumano in poche settimane o in pochi mesi.
Come mai accade questo?
- Spesso ci poniamo troppi obiettivi, oppure essi sono irrealistici o molto più grandi di noi.
- A volte, invece, ci fissiamo su problematiche che in passato abbiamo già tentato di risolvere, senza successo; probabilmente perché c’è qualcosa di più profondo che ci sfugge, e che ci blocca;
- Inoltre, in psicologia, esiste il fenomeno di “predizione affettiva”: quando fissiamo un buon proposito la sensazione di benessere prodotta ci fa immaginare che al momento della sua realizzazione staremo bene, ma lo scontro con la fatica e la “dura realtà” (una dieta difficile da seguire, i colleghi noiosi o un capo che ci demotiva..) ci faranno ricredere e desistere.
Ecco che allora tendiamo a rimandare o a procrastinare e, se pensiamo a Gennaio, vediamo davanti a noi dodici mesi pieni per poter modificare le nostre abitudini e questo ci porta spesso a posticipare l’inizio del nostro progetto dicendoci che “abbiamo ancora molto tempo”…
Ciò accade anche perché spesso la potenza dell’abitudine è più forte di qualsiasi cambiamento.
Un altro aspetto riguardante la tendenza a procrastinare è il timore di non farcela a raggiungere una meta per noi importante.
Ad ogni modo, per quale motivo dobbiamo attendere il mese di Gennaio per finire poi nel loop di buoni propositi frustrati e cambiamenti rimandati?
Potremmo sostituirli con obiettivi più utili e raggiungibili:
- Poniamoci dei micro-obiettivi: uno dei limiti dei buoni propositi di inizio anno è che ci prospettiamo un risultato finale che spesso ci sembra una montagna insormontabile. E’ più utile frammentare l’obiettivo in tappe più semplici da raggiungere.
- Possiamo decidere di cambiare in ogni momento. Non c’è bisogno di attendere Gennaio per farlo; potrebbe essere utile fissare un piccolo obiettivo da raggiungere ogni mese.
- Ascoltiamoci: apportare delle modifiche alle nostre abitudini o raggiungere un determinato traguardo richiede tempo, energie e forza di volontà. Se stiamo vivendo un momento difficile, se siamo stanchi o sotto stress, forse non è il momento migliore per fare questo passo (e questa non è procrastinazione!). Calibriamo bene le nostre forze e adeguiamo gli obiettivi a ciò che veramente vogliamo o possiamo fare.
- Scriviamoci una lettera! Invece di fare la lista dei “to do” per i prossimi dodici mesi, perché non scrivere una lettera indirizzata a noi stessi? Potremmo annotarvi i passi fatti nel corso dell’anno trascorso, le esperienze che ci hanno arricchito, cosa ci è piaciuto e cosa no. Annotiamo le cose per cui ci siamo sentiti grati e quelle in cui invece avremmo potuto agire diversamente. Teniamola poi da parte, in un cassetto, e ricordiamoci di leggerla tra 365 giorni.. e noteremo se qualcosa è cambiato, oppure se tutto ci sembrerà simile.
Il cambiamento quindi può avvenire ogni giorno dell’anno. Questo vuole essere il mio augurio di buon anno per tutti noi: diamoci la possibilità di ascoltarci, di capire cosa vogliamo davvero, senza pretendere troppo da noi stessi, ma facendo, un po’ alla volta, dei piccoli passi, tenendo sempre a mente quella che è la meta da raggiungere.