Buoni propositi per il nuovo anno: servono davvero?

Dott.ssa Annalisa Amadesi

Dicembre è stato il mese del Natale, delle feste, di qualche giorno di pausa rispetto ai soliti ritmi quotidiani in cui sembriamo degli equilibristi impegnati a destreggiarsi tra tante incombenze e azioni da compiere.

Dicembre è stato anche l’ultimo mese dell’anno, “è tempo di bilanci”, così si dice.

Molti di noi sono soliti stilare una lunga lista di buoni propositi per l’anno che verrà: un nuovo corso da iniziare, un obiettivo professionale da raggiungere, perdere quei 3 chili di troppo etc.

Ma è davvero così utile tutto ciò?

Da un lato è positivo cercare di migliorarsi, ma perché decidere di farlo semplicemente perché sta iniziando un nuovo anno?

E’ dimostrato che, spesso, le promesse che facciamo a noi stessi per l’anno nuovo, sfumano in poche settimane o in pochi mesi.

Come mai accade questo?

  • Spesso ci poniamo troppi obiettivi, oppure essi sono irrealistici o molto più grandi di noi.
  • A volte, invece, ci fissiamo su problematiche che in passato abbiamo già tentato di risolvere, senza successo; probabilmente perché c’è qualcosa di più profondo che ci sfugge, e che ci blocca;
  • Inoltre, in psicologia, esiste il fenomeno di “predizione affettiva”: quando fissiamo un buon proposito la sensazione di benessere prodotta ci fa immaginare che al momento della sua realizzazione staremo bene, ma lo scontro con la fatica e la “dura realtà” (una dieta difficile da seguire, i colleghi noiosi o un capo che ci demotiva..) ci faranno ricredere e desistere.

Ecco che allora tendiamo a rimandare o a procrastinare e, se pensiamo a Gennaio, vediamo davanti a noi dodici mesi pieni per poter modificare le nostre abitudini e questo ci porta spesso a posticipare l’inizio del nostro progetto dicendoci che “abbiamo ancora molto tempo”…

Ciò accade anche perché spesso la potenza dell’abitudine è più forte di qualsiasi cambiamento.

Un altro aspetto riguardante la tendenza a procrastinare è il timore di non farcela a raggiungere una meta per noi importante.

Ad ogni modo, per quale motivo dobbiamo attendere il mese di Gennaio per finire poi nel loop di buoni propositi frustrati e cambiamenti rimandati?

Potremmo sostituirli con obiettivi più utili e raggiungibili:

  1. Poniamoci dei micro-obiettivi: uno dei limiti dei buoni propositi di inizio anno è che ci prospettiamo un risultato finale che spesso ci sembra una montagna insormontabile. E’ più utile frammentare l’obiettivo in tappe più semplici da raggiungere.
  2. Possiamo decidere di cambiare in ogni momento. Non c’è bisogno di attendere Gennaio per farlo; potrebbe essere utile fissare un piccolo obiettivo da raggiungere ogni mese.
  3. Ascoltiamoci: apportare delle modifiche alle nostre abitudini o raggiungere un determinato traguardo richiede tempo, energie e forza di volontà. Se stiamo vivendo un momento difficile, se siamo stanchi o sotto stress, forse non è il momento migliore per fare questo passo (e questa non è procrastinazione!). Calibriamo bene le nostre forze e adeguiamo gli obiettivi a ciò che veramente vogliamo o possiamo fare.
  4. Scriviamoci una lettera! Invece di fare la lista dei “to do” per i prossimi dodici mesi, perché non scrivere una lettera indirizzata a noi stessi? Potremmo annotarvi i passi fatti nel corso dell’anno trascorso, le esperienze che ci hanno arricchito, cosa ci è piaciuto e cosa no. Annotiamo le cose per cui ci siamo sentiti grati e quelle in cui invece avremmo potuto agire diversamente. Teniamola poi da parte, in un cassetto, e ricordiamoci di leggerla tra 365 giorni.. e noteremo se qualcosa è cambiato, oppure se tutto ci sembrerà simile.

Il cambiamento quindi può avvenire ogni giorno dell’anno. Questo vuole essere il mio augurio di buon anno per tutti noi: diamoci la possibilità di ascoltarci, di capire cosa vogliamo davvero, senza pretendere troppo da noi stessi, ma facendo, un po’ alla volta, dei piccoli passi, tenendo sempre a mente quella che è la meta da raggiungere.