INSICUREZZA, INADEGUATEZZA.
DA DOVE ARRIVANO E COME POSSIAMO SENTIRCI MEGLIO.
Avete mai avuto pensieri simili a questi?
“Nessuno potrebbe mai amarmi, se mi conoscesse davvero.”
“Sento spesso vergogna nei confronti di me stesso:”
“Non mi sento all’altezza delle cose di cui mi occupo”
“Mi sento spesso insicuro…”.
Se la risposta è si probabilmente siete “vittime” di quello che potremmo definire come “la trappola dell’inadeguatezza”, o meglio conosciuta come insicurezza.
Chi è sensibile a questa tematica tipicamente si sente come se dentro di sé ci fosse qualcosa che non va, e come se non si fosse mai all’altezza delle situazioni, oppure delle persone con cui si entra in relazione.
L’emozione maggiormente associata alla trappola dell’Inadeguatezza è la vergogna; si prova vergogna quando vengono scoperti i nostri limiti o i nostri difetti e, spesso, pur di evitare di provare questo stato d’animo, si è disposti a tutto. Di conseguenza, si tenterà di tenere nascosta la parte di noi che si sente insicura ed inadeguata.
Quali sono le origini dell’inadeguatezza?
Provate a pensare alla vostra storia di vita, alla vostra famiglia.
Se vi sentite spesso insicuri ed inadeguati, potreste aver avuto un componente della famiglia, genitore o zio che sia, molto critico e punitivo nei vostri confronti il quale aveva da ridire sul vostro aspetto, sul vostro comportamento o su quello che dicevate.
Oppure, uno dei vostri genitori vi ha detto (o fatto intendere) che siete stati una delusione per lui; o ancora, vi hanno fatto sentire in colpa per ciò che andava male nel contesto familiare.
Infine, potreste essere stati criticati e poi confrontati con fratelli o cugini che, secondo i vostri genitori, “erano meglio di voi”.
Chi è vittima della trappola dell’inadeguatezza ha interiorizzato la voce ipercritica del genitore, o comunque di una persona di riferimento, ed essa è diventata una parte del proprio sé.
Cosa fare per contrastare l’insicurezza e l’inadeguatezza?
- Cercate di entrare in contatto e di comprendere i sentimenti di inadeguatezza e di vergogna sperimentati durante l’infanzia;
- Fate attenzione ai comportamenti di fuga che potreste mettere in atto per evitare di provare vergogna o inadeguatezza rispetto ad una specifica situazione (per esempio: “evito di uscire con quella persona perché sono sicura che se mi conoscesse non potrei mai piacergli!”).
- Fate un elenco dei difetti e dei pregi che avevate da bambini e da adolescenti; poi fate lo stesso rispetto al vostro presente.
- Valutate l’effettiva gravità dei vostri difetti attuali e cercate di creare “un programma” per modificare i piccoli difetti che ritenete possano essere cambiati, almeno in parte.
- Scrivete una lettera al genitore, o alla persona, che più vi ha criticato, senza per forza fargliela leggere. Tale passaggio ha lo scopo di mettere nero su bianco le sensazioni, l’eventuale rabbia nei confronti di quel familiare. Potrebbe essere un compito difficile questo, potrebbero emergere sensi di colpa rispetto alle “critiche” esplicitate nei confronti di chi vi ha fatto soffrire; cercate di accettare tale condizione e non dimenticatevi di scrivere, nella lettera, come avreste voluto che si comportassero con voi i vostri genitori, come avreste voluto che andassero le cose.
- Sforzatevi di essere il più possibile voi stessi, e forse vi accorgerete che le persone non vi allontaneranno né vi criticheranno.
- Accettate l’affetto e l’amore delle persone che vi stanno vicino, e soffermatevi su questo.
Naturalmente questo lavoro su di sé richiede tempo e costanza; a tal proposito vorrei ritornare sull’argomento più avanti, per approfondire meglio alcuni punti e raccogliere le vostre eventuali domande ed osservazioni.