SINDROME DA RIENTRO: DI COSA SI TRATTA?
Tornano i nostri appuntamenti insieme alla Dott.ssa Annalisa Amadesi, psicologa e psicoterapeuta. Se avete domande precise e volete trattare insieme a lei argomenti specifici, lasciateci un commentino qui sotto oppure scriveteci privatamente all’indirizzo redazione@sweetasacandy.com
Settembre è appena iniziato e le vacanze estive sono, per la maggior parte di noi, ormai un lieto ricordo.
Le settimane successive alle ferie, per alcune persone, rappresentano una sorta di “capodanno”, un “punto zero” in cui fare un piccolo bilancio dei mesi trascorsi per poi progettare ed organizzare la stagione entrante. Ecco che allora molti di noi si iscrivono ad un corso che non avevano mai fatto, ipotizzano nuovi progetti lavorativi, fissano obiettivi da raggiungere, organizzano le attività e gli spostamenti familiari percependo in tutto ciò un certo entusiasmo, una voglia di fare e di riprendere i ritmi (spesso frenetici) della vita quotidiana.
Ci sono invece altre persone che, concluse le vacanze estive, subiscono gli effetti della “post vacation blues” o, meglio conosciuta come “sindrome da rientro”.
Di cosa parliamo?
Pare che un italiano su due ne soffra e i sintomi principali sono ansia, tristezza o depressione, e problemi del sonno.
L’attivazione del disturbo ha origine, di solito, durante gli ultimi giorni di vacanza, in concomitanza di alcuni pensieri legati al lavoro e a tutto quello che si è lasciato a casa prima di partire; ecco che scatta l’ansia di rientrare in ufficio, la paura di non essere all’altezza, l’angoscia nel dover riprendere i ritmi frenetici e pressanti a cui si era abituati.
In parte è assolutamente normale, e comune a tutti, sentirsi affaticati ed anche “rallentati” al pensiero di ritornare alla normalità, agli impegni e alle tante responsabilità, specie se la vacanza appena conclusa ci ha permesso di staccare la spina completamente.
Ci si può sentire stanchi, inquieti e insoddisfatti, ma solitamente queste sensazioni possono durare al massimo una decina di giorni; se invece notiamo che questi stati d’animo non se ne vanno e, anzi, si cronicizzano e si intensificano, allora potremmo essere tra coloro che soffrono di “sindrome da rientro”.
Cosa si può fare per stare meglio?
- E’ utile una certa gradualità. Ripiombare a pieno ritmo nel tran tran quotidiano non è efficace: cerchiamo di rientrare almeno due giorni prima della ripresa lavorativa o comunque delle normali attività a cui siamo abituati.
I due o tre giorni di pausa ci serviranno a sbrigare le questioni pratiche (spesa, lavatrici etc), ma anche a passare dolcemente dal benessere vacanziero al ritmo serrato che ci aspetta.
Evitiamo inoltre di porci fin da subito obiettivi troppo grandi, piuttosto fissiamo traguardi da raggiungere facilmente, step by step, almeno per i primi due mesi post-ferie. In poche parole, cerchiamo di essere indulgenti con noi stessi a Settembre!
- Non scordiamoci subito le vacanze! Proviamo a riguardare le foto della vacanza, i filmati, i ricordi, cercando di rivivere le sensazioni sperimentate in quei momenti. Recuperiamo e cimentiamoci in una ricetta gustosa che abbiamo assaggiato in quel posto sulla spiaggia, e godiamoci la cena nella nostra cucina ricordando l’atmosfera di quella serata…
Riascoltiamo le canzoni che sentivamo, se eravamo soliti guardarci i tramonti ogni sera, proviamo a farlo anche in città, di tanto in tanto, magari concedendoci un’uscita serale appositamente per questo. Cerchiamo di mantenere alcune piccole abitudini che tanto ci allietavano in vacanza.
- Prendersi cura di sé. In ferie ci si concede di leggere un bel libro, di fare passeggiate in riva al mare o tra i boschi, di ascoltare musica, o semplicemente di darsi tempo. Sforziamoci di conservare questa modalità anche a casa, a piccole dosi, anche solo dieci minuti al giorno e soprattutto al rientro dalle ferie, per contrastare i sintomi del “post vacation blues”.
- Progettare, se possibile, altre “pause” a breve termine. Se possiamo, progettiamo, anche a distanza di un mese o due, un week-end fuori porta, oppure una gita domenicale in un paese vicino al nostro, o semplicemente un pomeriggio alle terme. La prospettiva di fare qualcosa di piacevole e di “lontano” dal nostro quotidiano ci regalerà sensazioni positive, e ci permetterà di alternare alcuni spazi gradevoli alle giornate lavorative e dense di impegni di vario genere.
Naturalmente, se questi suggerimenti, una volta applicati, non dovessero portare benefici, sarebbe utile rivolgersi ad un professionista della salute mentale (psicologo o psicoterapeuta) in grado di lavorare su un malessere che sarà certamente più profondo.