LA NOSTRA STORIA E’ FINITA. ED ORA?

Dott.ssa Annalisa Amadesi

Sarà capitato forse a tutti noi di trovarsi a fare i conti con la fine di una relazione importante e sappiamo bene quanto, dal punto di vista emotivo, sia difficile e doloroso da affrontare.

Che si tratti di una relazione di qualche mese, oppure di diversi anni, con una convivenza o un matrimonio alle spalle, si tratta di una sorta di lutto da elaborare e, talvolta, sembra quasi impossibile riuscire ad andare oltre per poi ritrovare la propria serenità.

Questo post intende soffermarsi su alcuni consigli che possono tornare utili in questi casi; ricordiamoci però che, a volte, serve diverso tempo per elaborare la fine di una relazione e, spesso, vi sono delle dinamiche interiori che ci “agganciano” al ricordo di quella persona o a come ci faceva sentire all’interno del rapporto.

Dunque, al di là dei suggerimenti, chiediamoci sempre che cosa ci impedisce di metabolizzare l’evento e, se non dovessimo farcela da soli, possiamo rivolgerci a un esperto in grado di aiutarci a trovare una valida via d’uscita.

E’ prima di tutto importante prendere consapevolezza del fatto che la relazione sentimentale che si stava vivendo sia realmente finita.

Può sembrare un aspetto banale, ma spesso capita che non si creda davvero che il partner ci abbia lasciato, oppure che noi, magari “a malincuore”, lo stiamo facendo.

Probabilmente, in questi casi, si attivano in noi dei meccanismi di protezione che ci impediscono di vedere le cose per come sono realmente. Quello che è invece utile fare è cercare di essere realisti, di chiamare le cose con il proprio nome e di prendere contatto con ciò che sta accadendo; solo così potremmo iniziare ad elaborarlo.

Evitiamo di addentrarci subito in un’altra relazione di coppia!

Il classico “chiodo schiaccia chiodo” non sempre funziona, anzi. Quando una storia d’amore finisce abbiamo bisogno di uno spazio solo per noi, per poter elaborare la sofferenza, per permetterci di sentire e di vivere le emozioni legate all’evento, pur dolorose che siano. Ne abbiamo necessità anche per comprendere ciò di cui abbiamo bisogno da un partner e ciò che invece non vogliamo più sperimentare; spesso, se iniziamo subito un’altra storia, non riusciamo a renderci realmente conto di questi aspetti, in quanto siamo già concentrati sulla nuova persona e, magari sui suoi bisogni, piuttosto che sui nostri. Talvolta, ci “imbarchiamo” in un’altra storia in quanto funge da evitamento: così facendo evitiamo di pensare al nostro ex e alle cose che a lui (o a lei) ci legavano. In realtà, più evitiamo e più ne rimaniamo coinvolti, in quanto è proprio evitando qualcosa che ci sembra che essa sia sempre lì.

Dobbiamo inoltre esprimere le nostre emozioni. Questo punto è importante perché manifestando ciò che proviamo possiamo rendere più tollerabili il dolore, la tristezza, la rabbia etc.

Lo possiamo fare attraverso il dialogo con le persone a noi care, oppure possiamo scrivere ciò che proviamo su un diario personale, o ancora immaginando di scrivere delle lettere al nostro/a ex partner descrivendo cosa stiamo vivendo.

Focalizziamoci infine sul nostro benessere psicofisico. Spesso, quando una relazione giunge al termine, la nostra mente entra in una sorta di loop in cui si accavallano pensieri ricorrenti su quello che è stato, su ciò che non è andato bene, sugli errori commessi, quasi a tentare di voler correggere un passato che non è modificabile. Oppure i pensieri interessano un futuro immaginario su come sarebbe potuta andare, sui progetti di coppia che potevano realizzarsi. In tal caso, la prima cosa da fare è accorgersi di questi pensieri e poi decidere su cosa vogliamo focalizzarci: vogliamo rimanere ancorati a un passato o a un futuro utopici, oppure desideriamo concentrarci sul nostro equilibrio interiore?

La pratica della meditazione o, ancor meglio, della mindfullness (pratica simile alla meditazione che conduce l’attenzione del soggetto, in maniera non giudicante, a ciò che accade dentro di lui, nel momento presente) ci potrebbero aiutare ad essere più consapevoli di ciò che accade dentro di noi e quindi a scegliere come far “funzionare” la nostra mente.